Charles Simic, My Weariness of Epic Proportions, in Hotel insonnia, Adelphi, 2002 (da AUSTERITIES, 1982)
I like it when
Achilles
Gets killed
And even his buddy Patroclus –
And that hothead Hector –
And the whole Greek and Trojan
Jeunesse dorée
Are more or less
Expertly slaughtered
So there’s finally
Peace and quiet
(The gods having momentarily
Shut up)
One can hear
A bird sing
And a daughter ask her mother
Whether she can go to the well
And of course she can
By that lovely little path
That winds through
The olive orchard
Stufo di proporzioni epiche
Mi piace quando
Achille
viene ucciso
e anche il suo compagno Patroclo –
e quella testa calda di Ettore –
e quando tutta la jeunesse dorée
greca e troiana
con maggiore o minore
perizia è trucidata
così che infine
regnano pace e quiete
(gli dèi per un istante
tengono il becco chiuso)
si può sentire
un uccello cantare
e una figlia chiedere alla madre
se può andare al pozzo
e lei, certo, può andarci
per quel grazioso sentiero
che serpeggia
nel boschetto di ulivi